Giappone
MISSIONI: Sapporo e Niigata
La presenza francescana in Giappone è segno di fedeltà, pazienza e testimonianza silenziosa. In un Paese dove i cattolici rappresentano una piccola minoranza, i frati minori portano avanti con discrezione e dedizione una missione che affonda le sue radici nei secoli passati e continua ancora oggi, tra dialogo interreligioso, cura pastorale e opere sociali.

Terra di profondi contrasti spirituali
Capitale: Tokyo
Popolazione: 124,5 milioni (2023)
Lingua ufficiale: Giapponese
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Fonte: EF Italia
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Fonte: matteoingiappone.it
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Fonte: evaneos.it
Il Paese
Il Giappone è una nazione dalla cultura millenaria, profondamente segnata dal buddhismo, dallo shintoismo e da un diffuso agnosticismo moderno. La presenza cristiana nel Paese è ridotta (circa l’1% della popolazione), ma ha una storia straordinaria.

Dopo l’arrivo di San Francesco Saverio nel 1549, il cristianesimo conobbe una rapida diffusione, ma fu brutalmente perseguitato a partire dal 1587. Per oltre due secoli, i cristiani giapponesi vissero la loro fede in clandestinità, spesso travestita da forme religiose locali, pronti al martirio e sostenuti da una profonda trasmissione orale e scritta.
La Missione Francescana
Dalle persecuzioni alla testimonianza quotidiana
I Frati Minori tornarono in Giappone nel 1907, ma fu nel secondo dopoguerra, negli anni ’50, che la missione francescana prese un nuovo slancio. Molti frati, espulsi dalla Cina dopo l’avvento del regime comunista, scelsero il Giappone come nuova terra di evangelizzazione. Frati della Provincia Veneta si stabilirono a Hokkaido (diocesi di Sapporo) e quelli della Provincia Bolognese nell’isola di Honshu (diocesi di Niigata).
In un Paese segnato dalla povertà post-bellica e dalla scarsità di fedeli, la loro missione si basò su preghiera, testimonianza silenziosa, servizio gratuito e studio della difficile lingua giapponese. Nei decenni successivi, con la crescita economica del Paese, i frati si sono inseriti pienamente nel contesto culturale e sociale nipponico, rispettandone tradizioni e valori.
Nel 1977 si è giunti all’unificazione delle diverse presenze francescane in Giappone, con la creazione della Provincia dei Santi Martiri Giapponesi. Questo ha permesso una maggiore unità e una presenza più capillare sul territorio.
La missione francescana in Giappone si sviluppa su vari fronti, sempre con lo stile della testimonianza quotidiana:
- Pastorale parrocchiale
I frati curano parrocchie affidate dai vescovi locali. Si occupano della liturgia, della catechesi e della vita comunitaria in piccoli gruppi di fedeli, offrendo accompagnamento spirituale anche ai numerosi immigrati. - Educazione e infanzia
La gestione di asili e giardini d’infanzia è uno strumento prezioso per avvicinare le giovani famiglie. Qui, in un contesto laico, i frati propongono valori cristiani e accompagnano le famiglie con discrezione. Le attività spesso proseguono con doposcuola o lezioni di lingua inglese, molto apprezzate. - Assistenza agli anziani e ai malati
I frati sono particolarmente impegnati nell’accompagnamento morale e spirituale di chi soffre. Un esempio luminoso è quello di p. Pacifico Marchesini, che lasciò il nord del Giappone per assistere i malati di lebbra a Kumamoto. Solo nel 1996 fu abrogata la legge che segregava queste persone: la sua presenza fu per loro un segno di riscatto e dignità. - Sostegno a donne sole e famiglie fragili
A Takada, p. Enrico Gozzi promosse un progetto di accoglienza per madri sole con figli, offrendo non solo un alloggio, ma soprattutto supporto psicologico e umano. - Casa di riposo per anziani
P. Mario Canducci si dedicò alla trasformazione di un ex liceo in una casa per anziani, contrastando l’isolamento e dando una testimonianza cristiana controcorrente nel contesto giapponese.
I Missionari
Volti e nomi della fraternità in terra nipponica
Attualmente sei frati italiani continuano la missione francescana in Giappone. Ognuno di loro è inserito in fraternità locali, al servizio delle piccole comunità cristiane, spesso formate anche da immigrati, e impegnati nel dialogo con la cultura e le religioni locali. La loro presenza, pur silenziosa, rappresenta un punto di riferimento spirituale e umano in un contesto di crescente secolarizzazione e isolamento sociale.

Fr. Alfonso Pupo

Fr. Luca Bonavigo

Fr. Narciso Cavazzola
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